Monte Marcolano

La salita a Monte Marcolano dal Passo del Diavolo (e dall’omonimo Rifugio) si svolge su comodo sentiero attraverso alcuni dei tipici scenari del Parco Nazionale d’Abruzzo: da una radura di media quota, e successivamente attraverso una fitta, bellissima faggeta, si raggiunge una meravigliosa balconata di cresta da cui è possibile ammirare le catene montuose a cavallo di tre regioni a 360°.

Dapprima su comoda sterrata e ampio sentiero, successivamente su traccia evidente (sia nella foresta che in cresta), il cammino non presenta mai difficoltà particolari, tanto da renderlo accessibile praticamente a tutti, purché animati di un pizzico di curiosità e voglia di mettersi in gioco. Dal Rifugio si inizia su evidente sterrata sul Sentiero T1 del Parco. Successivamente, al bivio con il T4 si imbocca quest’ultimo, fin sulla cresta, quando il sentiero diviene l’R4.

Il dislivello è di circa 530 m (si parte dai 1410 del Rifugio del Diavolo per arrivare ai 1940 del Monte Marcolano); sono necessarie circa 3 ore in salita e circa 2.30 in discesa, per un totale a/r di circa 14,5 km.

L’escursione può essere effettuata praticamente in tutte le stagioni, data anche la presenza della faggeta che costituisce un ottimo riparo dal sole. Il tratto percorso sul T1, inizialmente fuori dalla vegetazione, alterna poi fasi esposte con altre nel bosco; successivamente, il sentiero T4 via via perde la fisionomia della sterrata per ricoprirsi di foglie e stringersi sempre di più nel cuore della faggeta. Salendo dolcemente di quota, il percorso attraversa un canalone in cui alcuni alberi caduti sbarrano il cammino e rendono necessarie delle lievi deviazioni attraverso la vegetazione, fin quando non si raggiunge una bella radura, preludio alla salita verso la cresta: si scende lievemente in questo slargo, ricoperto in autunno da un manto di erba color ocra, per poi salire per lo strappo finale. Si giunge alla cresta, con il sentiero che diviene R4 e che si apre su una veduta eccezionale: in basso c’è l’altro versante, la Vallelonga, mentre tutt’intorno lo sguardo spazia senza ostacoli.

Si continua a salire con un tornantino che pone in direzione della vetta del Marcolano: la vegetazione è ridotta a prato e fiori di quota, e le pietre la fanno sempre più da padrone: la traccia del sentiero si fa infatti strada attraverso le rocce della sommità. Alzando lo sguardo, se la visibilità lo permette, si distingue chiaramente il Gran Sasso fare capolino dietro la montagna vicina, Macchia Petrosa; si vedono anche, in secondo piano la Majella, il gruppo del Sirente-Velino, i Simbruini e tutti i picchi delle Mainarde, fino alla Rocca Genovese, la cresta più in basso.

Si rientra per lo stesso percorso. Se fatto in autunno, i colori della faggeta possono davvero essere spettacolari, e regalare bellissime emozioni.